Danno erariale: cos’è e quando sussiste

Il danno erariale costituisce un nodo importante nell’ambito giuridico italiano, rappresentando le conseguenze nefaste di azioni o omissioni da parte di funzionari pubblici o società sotto controllo dello Stato. La sua complessità emerge dall’ampio spettro di comportamenti che possono generarne la configurazione, spaziando da violazioni manifeste delle leggi a condotte inopportune rispetto a norme superiori. La responsabilità, che si estende ai dipendenti pubblici, alle amministrazioni coinvolte e alle società beneficiarie, pone l’accento sulla necessità di preservare l’integrità delle risorse pubbliche. Questo articolo esplora le diverse sfaccettature del danno erariale, analizzando le sue caratteristiche, le responsabilità connesse e le pene previste per coloro che ne sono responsabili.

Danno erariale: cos’è

Il danno erariale, nel contesto giuridico italiano, rappresenta un delicato scenario di danneggiamenti o perdite di beni e denaro dello Stato, causati dalle azioni o omissioni di funzionari, amministratori, dipendenti della Pubblica Amministrazione o di società sotto controllo pubblico. La complessità di questo fenomeno emerge chiaramente quando si considera che non si limita solo a comportamenti “contra ius“, ma può manifestarsi anche in condotte conformi alle regole, se queste risultano inopportune rispetto a norme o principi giuridici di grado superiore, causando dispendio o perdita di risorse pubbliche.

Il danno erariale si distingue in due tipologie principali di danno: il danno emergente, che comprende la perdita o distruzione di oggetti o spese non giustificate, e il lucro cessante, relativo al mancato guadagno per le casse dello Stato. Entrambe le forme possono essere dirette, se causate direttamente dalla persona responsabile all’amministrazione pubblica, o indirette, se comportano risarcimenti a terzi che la Pubblica Amministrazione è tenuta ad affrontare. Nel caso di concorso di colpa da parte dell’Amministrazione, l’art. 1227 c.c. prevede una riduzione del risarcimento in base alla gravità della colpa e alle conseguenze derivate.

La Corte di Cassazione, mediante la sentenza n. 4511/06, ha evidenziato il cambiamento di prospettiva: il baricentro si sposta dalla qualità del soggetto alla natura del danno e degli scopi perseguiti. Questo orientamento è ulteriormente consolidato dalla sentenza n. 18991 del 31/07/2017, che sottolinea la configurabilità di un rapporto di servizio tra la pubblica amministrazione erogatrice di un contributo e i legali rappresentanti di società private percettrici. In caso di utilizzo improprio della somma erogata, si può configurare un danno erariale, con responsabilità imputabile ai legali rappresentanti, senza che la responsabilità della società o di altri soggetti possa escludere quella dei rappresentanti stessi.

Il danno erariale, oltre a riguardare perdite patrimoniali, si estende agli ultimi tempi anche a danni non patrimoniali, come il danno all’immagine della Pubblica Amministrazione, causato da azioni illecite di suoi rappresentanti. 

Danno Erariale: Caratteristiche

Il danno erariale, fondamentale nel contesto della responsabilità amministrativo-contabile, presenta caratteristiche specifiche che lo definiscono e ne regolano l’accertamento. Affinché un danno possa essere considerato erariale, deve rispettare requisiti chiave al fine di garantire una valutazione precisa e basata su fatti concreti.

Innanzitutto, il danno erariale deve essere certo, ossia inequivocabile e comprovato. Altra caratteristica è l’attualità, ossia deve essere presente tanto nel momento in cui si richiede il risarcimento quanto in quello in cui si emette la sentenza di condanna. Questo secondo requisito si applica per evitare richieste speculative o ipotetiche.

La concretezza del danno è un altro aspetto rilevante. Infatti, deve essere reale e non ipotetico, garantendo che si basi su eventi verificatisi effettivamente e comportanti una perdita o un danno tangibile. Questo terzo requisito mira a prevenire valutazioni basate su situazioni immaginarie.

Infine, il danno erariale deve essere di entità determinata o determinabile. Questo requisito richiede che la portata del danno sia quantificabile in modo chiaro o, almeno, che esistano criteri per determinarne l’entità in maniera adeguata.

In considerazione di questi elementi, la corretta individuazione e valutazione del danno erariale svolgono un ruolo fondamentale nella giurisdizione della Corte dei conti e nella tutela delle risorse pubbliche.

Danno erariale: le fattispecie più rilevanti 

Il danno erariale assume diverse manifestazioni, ciascuna legata a specifiche fattispecie, ognuna delle quali comporta un impatto pecuniario o reputazionale sull’amministrazione pubblica coinvolta. Le seguenti sono alcune delle più rilevanti:

Danno Patrimoniale da Lesione del Rapporto Sinallagmatico: Questo tipo di danno riguarda la distrazione delle energie lavorative del dipendente dai suoi compiti istituzionali, agendo in pregiudizio dell’ente pubblico. Si traduce nella perdita di causa, in tutto o in parte, della retribuzione del dipendente infedele, quantificata in via equitativa in una percentuale sulla base delle condotte illecite commesse nell’arco temporale di riferimento.

Danno Patrimoniale da Disservizio: Questo danno si verifica quando le condotte illecite incidono sui processi organizzativi e di funzionamento dell’amministrazione, richiedendo risorse aggiuntive per ripristinare la legalità e l’efficienza del servizio. La sua valutazione si basa sulle ore lavorative necessarie per affrontare le conseguenze delle condotte illecite.

Danno Patrimoniale da Assenteismo: Coinvolge la retribuzione specificamente dovuta per le ore e i giorni di allontanamento arbitrario dal posto di lavoro, configurando un mancato espletamento delle attività lavorative previste dal contratto di lavoro.

Danno Patrimoniale da Tangente: Costituisce un costo occulto per l’imprenditore o l’operatore economico coinvolto, traslato sul prezzo di aggiudicazione a carico dell’amministrazione. La sua quantificazione può essere almeno pari all’illecita dazione di denaro o altra utilità.

Danno non Patrimoniale all’Immagine Collegato all’Assenteismo: Ai sensi dell’art. 55-quinquies, comma 2, del d.lgs. n. 165/2001, rappresenta un danno non patrimoniale all’immagine della P.A. derivante da ipotesi di assenteismo fraudolento, indipendentemente da una sentenza penale definitiva.

Danno non Patrimoniale all’Immagine Collegato a Delitto contro la P.A.: La sua configurazione richiede una sentenza di condanna irrevocabile per uno dei delitti catalogati. Il quantum può essere determinato in via equitativa, considerando elementi quali la rilevanza penale, la reiterazione dei fatti delittuosi e la qualifica del convenuto quale apicale.

Ogni tipo di danno contribuisce a delineare la complessità delle situazioni che possono generare responsabilità erariale, richiedendo una valutazione equa e dettagliata delle circostanze specifiche.

Danno erariale: le responsabilità dei dipendenti pubblici

Il danno erariale si configura come una conseguenza diretta dell’applicazione di un principio fondamentale sancito direttamente all’art. 28 della Costituzione, il quale stabilisce che i funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono soggetti a responsabilità diretta, in conformità alle leggi penali, civili e amministrative, per gli atti compiuti in violazione di diritti. Questa responsabilità si estende non solo al dipendente stesso, ma investe anche lo Stato e l’ente pubblico per cui il dipendente presta servizio.

Dal punto di vista pratico, ciò significa che i dipendenti pubblici sono chiamati a rispondere sia civilmente che penalmente per gli illeciti commessi nei confronti dei cittadini, e tale responsabilità si riflette direttamente sullo Stato e sull’ente pubblico di appartenenza. Questo principio implica due aspetti essenziali: la responsabilità verso i terzi cittadini e la responsabilità nei confronti dello Stato datore di lavoro.

Nel primo caso, i dipendenti pubblici sono responsabili di tutti i danni arrecati a terzi attraverso comportamenti illeciti, come nel caso di corruzione da parte di funzionari o abusi di potere da parte di agenti di polizia. Questa responsabilità implica sia un risarcimento economico che una responsabilità penale. Tuttavia, quando un dipendente pubblico viola i propri doveri di servizio, genera indirettamente un danno anche alla pubblica amministrazione di riferimento, che può manifestarsi non solo da un punto di vista economico, ma anche in termini di reputazione dell’ente e nel rallentamento delle normali attività lavorative.

Nel secondo caso, se la condotta illecita del dipendente è rivolta direttamente contro la pubblica amministrazione, ad esempio attraverso l’appropriazione indebita di fondi destinati a opere pubbliche, il dipendente sarà chiamato a rispondere non solo civilmente e penalmente, ma anche, in termini amministrativo-contabili, per danno erariale. Quest’ultima forma di responsabilità si estende a qualsiasi illecito commesso nel corso dell’adempimento del lavoro che comporti un pregiudizio economico o altro per la pubblica amministrazione, come danni causati per negligenza o valutazioni errate.

Il danno erariale può altresì assumere la forma di un danno all’immagine, quando il comportamento colpevole di un dipendente mina la percezione dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione. Un esempio tangibile è rappresentato da un dipendente pubblico condannato per corruzione, il quale inevitabilmente danneggia l’immagine dell’intera pubblica amministrazione.

In conclusione, la responsabilità dei dipendenti pubblici coinvolge diversi aspetti, penali, civili e amministrativi, al fine di garantire un risarcimento adeguato per i danni causati sia ai cittadini che alla pubblica amministrazione stessa.

Danno erariale: le pene previste

Nel contesto delle condanne definitive per il danno erariale, le sanzioni previste si configurano come strumenti legali tesi a ripristinare la giustizia e a scoraggiare comportamenti illeciti da parte dei responsabili. La sanzione principale, in conformità con la normativa vigente, consiste nella restituzione degli importi indebitamente percepiti o stornati. Questa restituzione mira a ricondurre l’entità danneggiata alla situazione economica precedente all’illecito, ripristinando in parte il patrimonio pubblico compromesso.

Parallelamente, vengono adottate sanzioni afflittive, commisurate alla gravità del reato commesso. Tra queste, le sanzioni detentive svolgono un ruolo significativo, prevedendo la privazione della libertà per coloro che si rendono colpevoli di danno erariale. Questa forma di sanzione, oltre a rappresentare un deterrente, punisce in modo proporzionato l’entità dell’illecito commesso.

Oltre alle sanzioni detentive, sono previste misure quali la decadenza dai pubblici uffici e l’interdizione dalle cariche elettive. La decadenza dai pubblici uffici comporta la perdita del rapporto di impiego pubblico per coloro che sono riconosciuti colpevoli di danno erariale. Similmente, l’interdizione dalle cariche elettive impedisce ai responsabili condannati di accedere a ruoli pubblici di rappresentanza, contribuendo a preservare l’integrità delle istituzioni.

Queste sanzioni, oltre a fungere da strumenti repressivi, hanno una dimensione rieducativa, poiché sottolineano la necessità di rispettare i principi etici e giuridici che regolano la gestione della cosa pubblica. La proporzionalità delle sanzioni è fondamentale per garantire che le conseguenze legali riflettano adeguatamente la gravità dell’infrazione commessa, promuovendo così un efficace sistema di deterrenza contro comportamenti dannosi per l’erario.

Conclusioni

Il danno erariale, con la sua complessità e le sue molteplici manifestazioni, richiede un costante sforzo nella sua individuazione, valutazione e sanzione. La responsabilità dei dipendenti pubblici, delle amministrazioni coinvolte e delle società interessate sottolinea l’importanza di un’azione legale tempestiva e proporzionata per tutelare le risorse pubbliche. Le sanzioni detentive, la restituzione degli importi indebitamente percepiti e altre misure repressive, oltre a fungere da deterrenti, mirano a ripristinare la giustizia e a promuovere la rieducazione etica nell’ambito della gestione pubblica. In conclusione, il costante impegno nel perseguire e sanzionare il danno erariale è fondamentale per garantire la corretta gestione delle risorse pubbliche e preservare l’integrità delle istituzioni.

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Dott. Eliseo Verdiani