Nell’ambito del diritto penale si rinvengono più di una fattispecie a tutela del patrimonio, quale bene giuridico da salvaguardare; tra queste, si individuano i delitti di furto e rapina, spesso oggetto di discussione e analisi data la loro apparente somiglianza sebbene entrambe rivestano una rilevanza particolare ed autonoma all’interno del codice penale, presentando elementi distintivi che ne caratterizzano la natura e le conseguenze legali. Nell’articolo che segue, esploreremo dettagliatamente la definizione di rapina (art. 628 c.p.) e furto (art. 624 c.p.), delineando le differenze fondamentali tra le due fattispecie criminose, approfondendo aspetti quali la loro procedibilità e le diverse pene previste. Un’analisi accurata di tali aspetti permetterà di comprenderne appieno la loro configurabilità, contribuendo a chiarire gli elementi distintivi che le caratterizzano nel contesto giuridico di riferimento.

Furto: di cosa si tratta

Il furto, disciplinato dall’art. 624 del Codice Penale, costituisce, come detto, un reato contro il patrimonio che si verifica quando un individuo si appropria illegittimamente di una cosa mobile appartenente a un’altra persona, sottraendogliela con l’intento di trarne profitto per sé o per altri.

Alla base del delitto di furto, troviamo quindi una condotta illecita che mira all’appropriazione di beni altrui senza ricorrere all’uso della forza o ad intimidazioni dirette sulla vittima. Uno degli elementi costitutivi del furto consiste pertanto nell’asportazione volontaria di una cosa mobile dalla sua legittima detenzione in capo ad un diverso soggetto, con l’intento di trarne un vantaggio, patrimoniale o non, per sé o per altri. Questa condotta può verificarsi in diverse circostanze di vita quotidiana quali, ad esempio, il furto in un negozio, il furto in abitazione o il furto di veicoli, integrando pertanto una delle tipologie più comuni di reati contro il patrimonio, come tale, regolamentato con specifiche disposizioni nel codice penale al fine di tutelare il patrimonio personale.

Furto: Modalità di Esecuzione

La fattispecie di furto ha ad oggetto l’impossessamento della cosa mobile altrui con la conseguenza che la stessa tutela penale accordata dall’ordinamento investe non tanto il concetto ed il diritto di proprietà in senso stretto, quanto il possesso della res ritenendosi compiuto il delitto soltanto nel momento in cui il suo autore realizza per sè – o altri -, oggettivamente e soggettivamente, una situazione di possesso sul bene sottratto, riuscendo pertanto a sfuggire dalla vigilanza e dal controllo del precedente possessore.

Rapina: Di Cosa si Tratta

La rapina, disciplinata dall’art. 628 del Codice Penale, integra anch’essa un reato contro il patrimonio caratterizzato dall’uso della violenza o della minaccia nei confronti della persona offesa, per conseguire un ingiusto profitto. Tale condotta oltrepassa la mera sottrazione di beni, richiedendo la presenza di ulteriori elementi costitutivi rappresentati dall’uso della violenza o della minaccia. 

Rapina: Elementi Costitutivi

Condotta: La condotta tipica della rapina consiste nell’atto di impossessarsi di una cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, mediante violenza alla persona o minaccia.

Oggetto Materiale: L’oggetto materiale della rapina è il possesso della cosa mobile che viene sottratta illecitamente nonché della libertà personale.

Evento: L’evento fondamentale è l’impossessamento (o spossessamento del soggetto passivo) della cosa mobile altrui da parte del soggetto attivo, realizzato attraverso l’uso di violenza o minaccia.

Elemento Psicologico (Dolo): L’agente deve agire con il cosiddetto “dolo specifico,” ovvero con l’intenzione di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto attraverso la rapina.

Il delitto di rapina è inoltre un reato c.d. plurioffensivo in considerazione della sua struttura di reato complesso, composto dagli elementi tipici del furto e della violenza privata. 

Rapina: Modalità di Esecuzione

La rapina può presentare due diverse modalità di esecuzione:

Rapina Propria: La violenza o la minaccia viene utilizzata durante la sottrazione del bene integrando dei mezzi (rectius, strumenti) attraverso i quali si ottiene l’impossessamento. Il profitto deve essere ingiusto con la conseguenza che, ad esempio, nell’ipotesi in cui ad integrare la condotta criminosa sia un creditore che si impossessa della cosa mobile che gli è dovuta, risponderà ai sensi dei diversi artt. 393 o 610 c.p., ritenendosi escluso il dolo richiesto dalla rapina.

Rapina Impropria: La violenza o la minaccia è impiegata successivamente alla sottrazione per assicurarsi il profitto o garantirsi l’impunità.

Differenza tra furto e rapina: il confronto

La differenza tra furto e rapina risiede nell’uso della violenza o della minaccia nei confronti della vittima. Entrambi sono reati contro il patrimonio ma, come visto, presentano caratteristiche distintive poiché il furto prevede un “mero” spossessamento con conseguente impossessamento da parte del suo autore e finalizzato all’ottenimento di un profitto, proprio o altrui. Nella rapina, invece, la condotta è caratterizzata dall’uso diretto della violenza o della minaccia nei confronti della vittima per assicurarsi la sottrazione di beni (c.d. rapina propria) ovvero il successo del reato nonché la fuga del soggetto attivo (c.d. rapina impropria). Contrariamente alla rapina, quindi, nel furto manca l’elemento della violenza o della minaccia diretta alla persona, circostanza che lo rende un reato meno grave dal punto di vista del disvalore sociale. Tuttavia, il furto è comunque sanzionato penalmente e la sua gravità può variare in base alle circostanze specifiche, come la presenza di eventuali aggravanti o l’utilizzo di particolari modalità nell’esecuzione del reato.

Differenza tra furto e rapina: le diverse Procedibilità

Le differenze sostanziali tra furto e rapina non si limitano alle modalità di esecuzione dei reati, ma si estendono entrambe anche al regime di procedibilità. Le implicazioni giuridiche che regolamentano l’avvio del procedimento penale variano significativamente tra i due reati. Il furto è procedibile a querela della persona offesa, in quanto la procedibilità d’ufficio è prevista solo in caso di aggravanti di cui all’art. 625 c.p. La rapina al contrario, prevede una procedibilità d’ufficio, data la sua natura intrinsecamente violenta o minacciosa che pone una particolare enfasi sulla necessità di un intervento immediato da parte delle Autorità. La grave intromissione nella sfera personale della vittima, accompagnata dall’uso di forza o minaccia, giustifica infatti un’azione penale immediata, indipendentemente dalla volontà di procedere della vittima. 

La procedibilità d’ufficio della rapina, pertanto, risponde alla necessità di preservare la sicurezza pubblica, assicurando che comportamenti violenti e pericolosi siano perseguiti penalmente senza richiedere l’impulso della persona offesa.

Differenza tra furto e rapina: la pena

Nel contesto giuridico in esame, la differenza tra furto e rapina si riflette anche sulle pene stabilite per i loro autori. È essenziale comprendere le sanzioni comminate in riferimento a ciascuna fattispecie criminale per valutare l’impatto e la gravità di tali condotte. Analizzeremo le diverse pene applicabili al furto e alla rapina, evidenziando le conseguenze legali per chi si rende colpevole di tali reati.

Furto:

Secondo l’art. 624 del Codice Penale, chi commette il delitto di furto è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 154 a euro 516. Le sanzioni riflettono la natura del furto come atto di sottrazione illecita di un bene al fine di trarne profitto, senza l’impiego diretto della violenza o della minaccia sulla persona della vittima.

Rapina:

L’art. 628 del Codice Penale stabilisce pene più severe per la rapina. Chi commette il reato di rapina è infatti soggetto alla pena della reclusione da cinque a dieci anni e a una multa che varia da euro 927 a euro 2.500.

La differenza nelle sanzioni deriva dall’uso della violenza o minaccia, per assicurare il possesso della cosa sottratta o per garantire l’impunità. Questo comportamento aggressivo viene punito con sanzioni più drastiche, riflettendo la maggiore minaccia rappresentata dalla rapina rispetto al furto. 

Conclusioni

In conclusione, la differenza tra furto e rapina è fondamentale nel contesto giuridico di riferimento, poiché presentano chiaramente differenze sostanziali pur tutelando entrambi lo stesso bene giuridico, il patrimonio. Entrambi i delitti consistono in impossessamento di beni altrui, ma è la presenza o l’assenza di violenza diretta o della minaccia che rappresenta il confine distintivo tra le due fattispecie. Il furto, caratterizzato dall’assenza di interazione diretta con la vittima, riflette un approccio più discreto al crimine contro il patrimonio. D’altra parte, la rapina implica un confronto più diretto e aggressivo, coinvolgendo la vittima in un atto criminale che va oltre la semplice sottrazione di beni. Le implicazioni legali di queste differenze si riflettono, come abbiamo visto, nella procedibilità e nelle sanzioni. Mentre il furto può essere perseguito con pene meno severe, la rapina, data la sua natura più intrusiva e pericolosa, comporta sanzioni più severe. La comprensione di queste differenze non solo orienta le decisioni legali ma contribuisce anche a promuovere una giustizia equa e proporzionata.

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Avv. Adele Antonini



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