La malattia professionale rappresenta un istituto di fondamentale importanza nell’ambito della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. In questo articolo esploreremo cosa sia esattamente la malattia professionale, come venga regolamentata dal quadro normativo, quali siano le sue caratteristiche distintive, le differenze tra malattie tabellate e non tabellate, i relativi vantaggi e svantaggi per i lavoratori e come avviene il processo di riconoscimento. Comprenderemo anche le implicazioni pratiche di un tale riconoscimento e come esso influisca sulle condizioni lavorative e sulla tutela dei diritti dei lavoratori.

Malattia professionale: cos’è

La malattia professionale è una condizione medica che si sviluppa a seguito dell’esposizione prolungata a rischi derivanti dall’attività lavorativa svolta. A differenza degli infortuni sul lavoro, che sono eventi improvvisi e violenti, la malattia professionale ha un’insorgenza graduale nel tempo, causata dall’esposizione continua a determinati agenti nocivi presenti sul luogo di lavoro.

Essa può manifestarsi attraverso una vasta gamma di patologie, che vanno dalle malattie respiratorie alle affezioni dermatologiche, dalle patologie muscolo-scheletriche ai disturbi psicologici, tra gli altri. È importante notare che la causa della malattia professionale deve essere direttamente correlata alle condizioni lavorative dell’individuo e deve essere dimostrabile attraverso un nesso causale.

Il riconoscimento della malattia professionale è fondamentale per garantire ai lavoratori colpiti l’accesso alle prestazioni e agli indennizzi previsti dalla legge, nonché per adottare misure di prevenzione volte a evitare l’esposizione a rischi simili in futuro.

Malattia professionale: il quadro normativo

L’istituto della malattia professionale rappresenta un importante fondamento per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro. Queste normative sono progettate per fornire una guida chiara sul riconoscimento, la gestione e l’indennizzo delle malattie che derivano dall’esposizione a rischi specifici durante l’attività lavorativa.

Una delle principali leggi che disciplina questo ambito in Italia è il Decreto Legislativo n. 81 del 2008, il cosiddetto Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro. Questa legge stabilisce gli obblighi dei datori di lavoro in materia di salute e sicurezza sul lavoro e prevede misure per prevenire le malattie professionali e migliorare le condizioni lavorative. Inoltre, la legge n. 120 del 2007 ha introdotto ulteriori disposizioni per la prevenzione delle malattie legate al lavoro.

I decreti ministeriali, invece, hanno il compito di dettagliare le tabelle delle malattie professionali, specificando le patologie riconosciute come conseguenza diretta dell’esposizione a determinati rischi sul luogo di lavoro. Queste tabelle forniscono un importante punto di riferimento per il riconoscimento e l’indennizzo delle malattie professionali e sono periodicamente aggiornate per tener conto delle nuove conoscenze scientifiche e delle condizioni di lavoro emergenti.

Malattia professionale: caratteristiche

La malattia professionale si caratterizza per diversi tratti distintivi. Innanzitutto, è causata dall’esposizione prolungata e ripetuta a rischi presenti sul luogo di lavoro, come sostanze nocive, rumori, vibrazioni o altre condizioni lavorative rischiose. A differenza degli infortuni sul lavoro, che avvengono in modo improvviso e violento, la malattia professionale si sviluppa gradualmente nel tempo, con effetti che possono manifestarsi anche dopo anni dall’esposizione al rischio. Inoltre, è necessario che vi sia un chiaro nesso di causalità tra l’attività lavorativa svolta e la malattia contratta. Queste caratteristiche evidenziano l’importanza della prevenzione e della tutela della salute nei contesti lavorativi.

Malattia professionale tabellata

Le malattie professionali tabellate sono quelle già elencate e riconosciute ufficialmente da specifiche tabelle stabilite dall’INAIL. Queste tabelle indicano le malattie direttamente correlate a determinate attività lavorative e ai rischi ad esse associati, come l’esposizione a sostanze nocive, agenti fisici o stress lavorativo. Il loro riconoscimento non richiede al lavoratore di dimostrare la correlazione tra la malattia e l’attività svolta, ma è sufficiente che la patologia rientri nella tabella corrispondente e che siano rispettati i tempi e le procedure di denuncia previsti. Questo semplifica il processo di riconoscimento e garantisce una maggiore certezza per il lavoratore.

Malattie professionali tabellate: alcuni esempi

Le malattie professionali tabellate includono diverse patologie legate a specifiche attività lavorative e rischi sul posto di lavoro. Ecco alcuni esempi:

  • Malattie respiratorie: come la silicosi, l’asbestosi e le pneumoconiosi, causate dall’esposizione a polveri sottili o fibre nocive nell’ambiente lavorativo.
  • Avvelenamento da sostanze chimiche: come l’avvelenamento da piombo o la dermatite da contatto, causati dall’esposizione a sostanze chimiche pericolose durante il lavoro.
  • Malattie muscolo-scheletriche: come la sindrome del tunnel carpale, la lombalgia e le lesioni da sforzo ripetuto, che possono svilupparsi a causa di movimenti ripetitivi o posture scorrette sul posto di lavoro.
  • Malattie infettive: come l’epatite B e C, la tubercolosi, l’HIV e l’AIDS, che possono essere contratte durante l’esposizione a agenti infettivi sul lavoro, ad esempio in ambienti sanitari.
  • Malattie del sistema nervoso: come la sindrome del tunnel cubitale, la neuropatia periferica e il Parkinson professionale, causate dall’esposizione a vibrazioni, movimenti ripetitivi o sostanze tossiche sul posto di lavoro.
  • Malattie psicologiche: come lo stress e i disturbi psichiatrici, che possono essere provocati da ambienti lavorativi stressanti o situazioni traumatiche sul lavoro.

Questi sono solo alcuni esempi di malattie professionali tabellate, ma ce ne sono molte altre a seconda del settore industriale e dei rischi specifici presenti sul luogo di lavoro.

Malattia professionale non tabellata

Le malattie professionali non tabellate sono quelle che non sono elencate nelle tabelle ufficiali dell’INAIL. Queste malattie richiedono al lavoratore di dimostrare in modo specifico il nesso causale tra la sua attività lavorativa e la patologia contratta. Spesso, questo richiede un’indagine approfondita e una valutazione individualizzata da parte di medici esperti e consulenti legali. Poiché non esiste un elenco predefinito per queste malattie, il processo di riconoscimento può essere più complesso e richiedere prove documentali e testimonianze dettagliate. Tuttavia, una volta dimostrato il collegamento tra la malattia e il lavoro, il lavoratore può ottenere i benefici previsti dalla legge.

Malattie professionali non tabellate: alcuni esempi

Le malattie professionali non tabellate comprendono una vasta gamma di condizioni che non sono specificamente elencate nelle tabelle dell’INAIL. Ecco alcuni esempi di queste malattie:

  • Malattie cardiache: come l’ipertensione arteriosa, le cardiopatie ischemiche o le aritmie, che possono essere influenzate da fattori di stress lavorativi, cattive condizioni ambientali o lavoro notturno.
  • Disturbi gastrointestinali: come ulcere, gastriti o sindrome dell’intestino irritabile, che possono derivare da stress, alimentazione scorretta o esposizione a sostanze chimiche irritanti sul posto di lavoro.
  • Disturbi endocrini: come il diabete di tipo 2 o l’ipertiroidismo, che possono essere influenzati da fattori ambientali, stili di vita sedentari o alimentazione poco salutare durante l’orario lavorativo.
  • Disturbi del sonno: come l’insonnia o l’apnea notturna, che possono essere causati da orari di lavoro irregolari, turni notturni o stress lavorativo.
  • Disturbi psicologici: come ansia, depressione o disturbo da stress post-traumatico, che possono derivare da un ambiente lavorativo tossico, mobbing o eventi traumatici durante l’attività lavorativa.

Questi sono solo alcuni esempi di malattie professionali non tabellate, e la lista potrebbe essere molto più ampia a seconda delle circostanze individuali e delle condizioni di lavoro specifiche.

Malattia professionale vantaggi e svantaggi

Il riconoscimento di una malattia professionale presenta vantaggi e svantaggi. Da un lato, offre al lavoratore diritti come indennizzi e risarcimenti per danno biologico. Dall’altro lato, queste malattie sono spesso invalidanti e possono impedire al lavoratore di tornare sul posto di lavoro per un periodo prolungato, causando disagi finanziari e problemi operativi per il datore di lavoro.

Cosa succede se viene riconosciuta una malattia professionale?

Se l’INAIL riconosce la malattia come professionale, il lavoratore ha diritto a ricevere le indennità economiche previste. Tuttavia, se l’INAIL non riconosce la malattia come professionale, il lavoratore ha la possibilità di fare ricorso amministrativo entro tre anni e 150 giorni dalla diagnosi, anche se a sue spese. Questo processo può coinvolgere ulteriori valutazioni mediche e amministrative per determinare se la malattia è stata causata dall’attività lavorativa. Se l’INAIL non dà riscontro entro 60 giorni dalla notifica dell’opposizione amministrativa o l’esito del ricorso è sfavorevole, il lavoratore può convenire in giudizio l’INAIL avanti il Tribunale del Lavoro, ai sensi dell’art. 111, D.P.R. n. 1124/1965 e ss.mm.ii.

Se hai bisogno di assistenza legale per affrontare questioni legate al riconoscimento di una malattia professionale, ti consiglio di rivolgerti a un avvocato specializzato in diritto del lavoro o in diritto previdenziale. Un professionista del settore può aiutarti a comprendere i tuoi diritti, a valutare le opzioni disponibili e a guidarti attraverso il processo di ricorso se la malattia professionale non viene inizialmente riconosciuta dall’INAIL.

Avv. Filippo Pasqualetti