Il ravvedimento operoso è uno strumento introdotto dalla Legge italiana per permettere ai contribuenti di regolarizzare le proprie posizioni fiscali. Questo è un supporto fondamentale in caso di errori, omissioni o ritardi nel pagamento di determinate imposte. Vediamo più nel dettaglio come funziona.

Regolarizzare la propria situazione

Introdotto nella normativa tributaria alla fine degli anni Novanta, questo strumento permette ai contribuenti di regolarizzare la loro situazione fiscale in caso di mancato, omesso o insufficiente versamento di imposte e tributi. Il ravvedimento, inoltre, offre la possibilità di beneficiare di riduzioni delle sanzioni, rendendo più conveniente mettersi in regola con il Fisco.

L‘articolo 13 del Decreto Legislativo numero 472 del 1997 pone le fondamenta del ravvedimento operoso. Nel corso degli anni, ci sono state riforme e aggiornamenti, come quelli avvenuti nel biennio 2015-2016, che hanno reso le condizioni ancora più vantaggiose per i contribuenti. Pertanto, il ravvedimento operoso rappresenta un’opportunità per regolarizzare la propria situazione fiscale con minori penalità e sanzioni, facilitando la riconciliazione con l’Agenzia delle Entrate o l’autorità fiscale competente.

Quali sono i vantaggi del ravvedimento operoso?

Come abbiamo visto, il ravvedimento operoso offre ai contribuenti la possibilità di regolarizzare i versamenti di imposte che sono stati omessi, insufficienti o effettuati in ritardo. Questo strumento fiscale permette di pagare sanzioni ridotte proporzionali al tempo trascorso tra la violazione degli obblighi tributari e la volontà di mettersi in regola.

Una delle principali ragioni per cui il ravvedimento operoso è ampiamente utilizzato è la sua natura deflattiva del contenzioso tributario. Consentendo ai contribuenti di sanare le loro situazioni fiscali irregolari, evita e riduce i potenziali casi in cui il fisco e il contribuente potrebbero finire in controversia legale.

Il ravvedimento speciale

Tuttavia, è importante sottolineare che, a partire dalla Legge di Bilancio 2023, è stata introdotta una nuova forma di ravvedimento operoso chiamata “ravvedimento speciale“. Questa variante presenta caratteristiche e condizioni differenti rispetto a quella originale, oggetto di questo articolo. È essenziale distinguere tra le due e comprendere le regole specifiche che si applicano a ciascuna.

Come funziona il ravvedimento operoso?

La procedura di ravvedimento consente ai contribuenti di sanare le proprie irregolarità ed evitare così l’applicazione di sanzioni e interessi moratori

A livello pratico, quando un contribuente rileva di aver commesso degli errori nelle dichiarazioni dei redditi o si rende conto di non aver adempiuto agli obblighi fiscali nei termini previsti, può adottare il ravvedimento operoso. Questo consente di correggere le dichiarazioni errate o presentare dichiarazioni omesse, pagando l’imposta dovuta insieme agli interessi di mora, ma evitando l’applicazione delle sanzioni.

A chi è consentito?

Il ravvedimento operoso è un’opportunità a disposizione di tutti i tipi di contribuenti, inclusi persone fisiche, società ed enti. Inoltre, si applica a diverse imposte e adempimenti fiscali.

Dopo la Legge di Stabilità 2015, il ravvedimento operoso è stato esteso anche ai tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate. Tra questi citiamo Irpef, Ires, IVA, Irap, imposta di registro, imposta ipotecaria, imposta catastale, imposta di bollo ed imposta sulle successioni.

Quando è precluso il ravvedimento operoso?

Il ravvedimento operoso non è consentito in determinate situazioni, come, ad esempio,  in caso di notifica di un atto di liquidazione o di un atto di accertamento fiscale.

Questa preclusione si applica anche alle comunicazioni previste dall’articolo 36-bis del D.P.R. 600/1973 e dall’articolo 54-bis del D.P.R. 633/1972, in merito ai controlli automatici delle dichiarazioni e all’articolo 36-ter del D.P.R. 600/1973, che riguarda i controlli formali delle dichiarazioni.

Per quali tributi è valido?

Il ravvedimento operoso è uno strumento di carattere generalista applicabile a tutti i tipi di tributi e relativi adempimenti fiscali. Tuttavia, c’è una rilevante differenza di trattamento tra i tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate e quelli gestiti a livello locale.

Nel caso dei tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate, il ravvedimento operoso rimane possibile anche dopo l’avvio di attività di accertamento da parte dell’Amministrazione finanziaria. In altre parole, se l’autorità fiscale ha già iniziato controlli o verifiche sulla situazione fiscale del contribuente, questi potrà comunque avvalersi del ravvedimento operoso per sanare eventuali violazioni e beneficiare di riduzioni delle sanzioni.

Contributi a livello locale

Per quanto riguarda i tributi gestiti a livello locale, come ad esempio l’IMU (Imposta Municipale Unica), il ravvedimento operoso deve essere effettuato prima che venga avviata qualsiasi attività di contestazione o controllo da parte degli organi accertatori competenti e che sia stata formalmente comunicata al contribuente. In questi casi, se il contribuente desidera regolarizzare la sua situazione fiscale, dovrà farlo prima che l’autorità fiscale avvii eventuali attività di accertamento.

Riassumendo, il ravvedimento operoso è un’opzione disponibile per tutti i tipi di tributi, ma la possibilità di utilizzarlo dopo l’avvio di attività di accertamento varia in base al tipo di tributo e all’ente che lo amministra. Mentre per i tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate è possibile utilizzarlo anche in seguito ad attività di accertamento, per i tributi gestiti a livello locale è necessario effettuarlo prima che l’autorità fiscale inizi tali attività.

Quanto tempo ho per fare ravvedimento operoso?

Se un contribuente non effettua il pagamento delle imposte entro la data di scadenza, può utilizzare il ravvedimento operoso per regolarizzare la situazione. Le sanzioni attraverso il ravvedimento variano in base al momento in cui viene effettuato il versamento.

  • Se il pagamento viene eseguito entro 30 giorni dalla scadenza, la sanzione sarà pari a 1/10 di quella ordinaria.
  • Se il versamento avviene entro 15 giorni, la sanzione sarà pari a 1/15.
  • Se la regolarizzazione avviene entro 90 giorni dalla scadenza della dichiarazione o dall’omissione/errore, la sanzione sarà di 1/9 del minimo.
  • Se il ravvedimento avviene entro un anno dall’omissione/errore o entro il termine per la presentazione della dichiarazione annuale, la sanzione sarà di 1/8 del minimo.
  • Se la rettifica avviene entro due anni dall’omissione/errore o entro il termine per la presentazione della dichiarazione dell’anno successivo, la sanzione sarà di 1/7 del minimo.
  • Dopo due anni dall’omissione/errore o oltre il termine per la presentazione della dichiarazione dell’anno successivo, la sanzione sarà di 1/6 del minimo.

Quali modelli utilizzare per il pagamento?

A seconda dell’imposta da pagare, andrà utilizzato un modello specifico.

Nel dettaglio:

  • Per effettuare il ravvedimento operoso per l‘imposta sul reddito, imposte sostitutive, IVA, IRAP e imposta sugli intrattenimenti, è necessario utilizzare il modello F24.
  • Per l’imposta di registro e altri tributi indiretti, si utilizza il modello F23.
  • Per i tributi, sanzioni e interessi relativi ai contratti di locazione e affitto, si usa il modello F24 Elide.
  • Per le ipoteche, imposte di bollo, sanzioni per i servizi di aggiornamento dei registri immobiliari e il rilascio di certificati e copie, si utilizza anch’esso il modello F24 Elide.
  • Sia i titolari di partita IVA che i non titolari devono effettuare i pagamenti dei tributi, contributi e premi utilizzando il modello F24 unificato. Questo modello consente di saldare tutti i debiti fiscali in un’unica soluzione e, se vi sono crediti accumulati, questi possono essere compensati direttamente con l’importo da pagare.

Ravvedimento operoso 2023

Dal 1° gennaio 2023, il tasso di interesse legale è del 5% all’anno, secondo quanto stabilito dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 13.12.2022 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 292 del 15.12.2022.

Questo cambiamento ha implicazioni su diverse questioni, tra cui quelle di natura fiscale, come il calcolo degli interessi dovuti durante il ravvedimento operoso. Quando si effettua il ravvedimento, il tasso di interesse legale da considerare per il calcolo degli interessi dovuti è quello in vigore nei diversi periodi interessati, poiché potrebbe essere cambiato nel corso degli anni.

Quindi, i contribuenti che intendono avvalersi del ravvedimento operoso nel 2023 per violazioni commesse fino al 31 dicembre 2022, dovranno considerare i diversi tassi di interesse applicabili nei vari periodi coinvolti nel calcolo degli interessi dovuti. Per le violazioni intervenute dal 1° gennaio 2023 in poi si applicheranno esclusivamente gli interessi legali nella nuova misura del 5%.

Avv. Veronica Barzanti

Speriamo di aver fatto maggiore chiarezza in merito al ravvedimento operoso. Per qualsiasi informazione puoi contattare il Nostro Studio Legale al 0571 530014 / 0571 526135 oppure scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: studiolegale@studiolegalelb.it



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