Il fenomeno dello stalking o, per usare la terminologia usata dal legislatore, degli Atti Persecutori, è caratterizzato da comportamenti persecutori mirati a creare paura e ansia nella vittima ed è oggetto di crescente attenzione legale. In questo articolo, esploreremo il concetto di stalking, la normativa di riferimento, le caratteristiche del reato e le forme che può assumere. Inoltre, analizzeremo l’elemento oggettivo e soggettivo, i comportamenti tipici dello stalker, le pene previste e come tutelarsi qualora si è vittime di stalking.

Stalking: in cosa consiste

Lo stalking consiste in un comportamento persecutorio caratterizzato da condotte reiterate che mirano a minacciare o molestare una persona, generando un persistente stato di ansia, paura o un fondato timore per la propria incolumità o quella di individui a lei legati da relazioni affettive ed è disciplinato dall’articolo 612-bis del codice penale. Ai sensi della normativa in vigore, gli atti persecutori possono assumere forme diverse, come ad esempio appostamenti, pedinamenti, telefonate oscene, invio di messaggi indesiderati, e altre azioni che creano un ambiente di intimidazione. La chiara manifestazione di rifiuto da parte della vittima è determinante per distinguere lo stalking da altre situazioni legalmente ammesse e/o tollerate, essendo previste pene più severe se il reato viene eseguito mediante, ad esempio, l’uso di armi o il coinvolgimento di minori, essere eseguito nei confronti di donne in gravidanza o di persone con disabilità integrando tali comportamenti una forma aggravata del delitto in questione.

Stalking: La Normativa di Riferimento

La normativa italiana ha affrontato il fenomeno dello stalking con il decreto legge 23 febbraio 2009, n. 11, successivamente convertito con modifiche nella legge 23 aprile 2009, n. 38

Questa normativa ha introdotto nell’ordinamento giuridico l’articolo 612-bis nel Titolo XII del codice penale, Sezione III, dedicata ai delitti contro la persona. Il testo attuale dell’art. 612-bis, dopo le modifiche apportate con il Decreto Legge 14 agosto 2013, n. 93, stabilisce che il reato di atti persecutori è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi. Questo si applica a chiunque, con condotte reiterate, minacci o molesti taluno in modo tale da causare un perdurante e grave stato di ansia o paura tali da costringere la vittima ad alterare le proprie abitudini di vita. Le pene sono aumentate in presenza di circostanze aggravanti quali, ad esempio: la commissione del reato nei confronti del coniuge, anche separato o divorziato, o di una persona legata da relazione affettiva o, ancora, l’uso di strumenti informatici o telematici, se il reato è perpetrato a danno di un minore, di una donna in gravidanza o di una persona con disabilità, o con l’uso di armi o da persona travisata. Il termine per la presentazione della querela è più ampio di quello ordinariamente previsto in 90 giorni essendo per lo stalking pari a sei mesi. È importante tuttavia notare che la remissione della querela, sebbene possibile, può avvenire solo in via processuale ovvero davanti al Giudice nel corso del processo. Tuttavia, la querela diventa irrevocabile se il fatto è stato commesso mediante minacce reiterate nei modi previsti dall’articolo 612, secondo comma. Si procede, invece, d’ufficio se il reato è commesso nei confronti di un minore, di una persona con disabilità o se è connesso con un altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio.

La normativa italiana si è evoluta nel corso degli anni per affrontare in modo più efficace il fenomeno dello stalking. La Legge 19 luglio 2019, n. 69, nota come “Codice Rosso,” ha infatti introdotto modifiche significative al codice penale e di procedura penale, aumentando le sanzioni per il reato di stalking. 

Stalking: Le Caratteristiche del Reato

Lo stalking, riconosciuto come un reato abituale dalla normativa vigente, impone che il colpevole compia almeno due atti persecutori nei confronti della vittima; una singola condotta molesta risulta quindi insufficiente a configurare il reato.

L’integrazione del reato avviene anche con soli due episodi di minacce o molestie, a patto che generino un persistente stato di ansia o paura nella vittima, spingendola a modificare le proprie abitudini di vita.

La commissione dello stalking presuppone il dolo da parte dell’autore, consapevole del tormento inflitto alla vittima e della ripetizione di un comportamento illecito. 

Ciò implica una serie di azioni vessatorie, quali minacce, molestie, atti lesivi continui, causanti disagio psichico e fisico e un ragionevole senso di timore nella vittima. Talvolta, ci si riferisce a questa situazione come “sindrome del molestatore assillante“, sottolineando la natura forzata e controllante della relazione tra lo stalker e la vittima, che subisce un impatto significativo sulla sua vita quotidiana.

Le condotte persecutorie devono mirare a conseguire almeno uno dei seguenti eventi: il persistente e grave stato di ansia o paure della vittima; l’ingenerare il fondato timore per la propria incolumità o per quella di una persona legata affettivamente; la costrizione ad alterare le proprie abitudini di vita. Queste condotte possono assumere varie forme, e la giurisprudenza ha ritenuto idonei ad integrare il reato anche comportamenti che non richiedono la presenza fisica dello stalker, come ad esempio ripetute telefonate, invio di buste, sms, e-mail, pubblicazione di post o video sui social network, contenenti insulti, minacce o contenuto sessuale, oltre a danneggiamenti, aggressioni verbali in presenza di testimoni, iniziative gravemente diffamatorie, ecc.

Stalking: le varie forme del reato

Il fenomeno dello stalking si declina in svariate manifestazioni, ciascuna caratterizzata da dinamiche specifiche di molestia e persecuzione. Tra queste tipologie, emerge un quadro diversificato:

Stalking online: Questo tipo di stalking avviene attraverso mezzi digitali, quali l’invio di messaggi di testo o commenti offensivi sui social media, minando la sfera virtuale della vittima.

Stalking a scopo sessuale: L’individuo molesta un’altra persona con l’obiettivo di ottenere favori sessuali o soddisfazione sessuale.

Stalking per vendetta: Questo genere si manifesta quando un individuo molesta un’altra persona come atto di vendetta per una presunta offesa o ingiustizia subita.

Stalking amoroso: Un individuo inizia a molestare una persona con cui ha avuto una relazione romantica o desidera instaurarne una.

Oltre a queste tipologie, vi sono altre manifestazioni dello stalking che richiedono particolare attenzione:

Il Gang Stalking: Rappresenta una forma in cui la molestia è organizzata e perpetuata da un gruppo di persone nei confronti di un individuo.

Lo Stalking condominiale: Si riferisce alla molestia perpetrata nell’ambito della vita condominiale, coinvolgendo i vicini di casa.

Stalking: Elemento Oggettivo del Reato

Nel panorama dello stalking, l’elemento oggettivo del reato si concentra sull’imprescindibile reiterazione di minacce o molestie per configurare la specifica fattispecie. La giurisprudenza conferisce al delitto di atti persecutori una natura causale, riconoscendo condotte alternative e eventi eterogenei, ciascuno idoneo a costituire il reato, ma sottoposto a scrupoloso scrutinio da parte del giudice.

La centralità della ripetizione di minacce o molestie nello stalking mira a salvaguardare l’incolumità individuale, potenzialmente innescando uno stato di ansia prolungato, un fondato timore o la necessità per la vittima di modificare le proprie abitudini di vita. L’abitualità, secondo la giurisprudenza consolidata, va oltre la mera ripetizione, richiedendo un nesso che connetta le diverse azioni, sottolineando un disvalore ulteriore rispetto alle singole condotte.

L’analisi dell’elemento oggettivo rivela la complessità interpretativa della nozione di abitualità, la cui valutazione può variare in base all’orientamento giurisprudenziale. La normativa richiede almeno due atti persecutori, ma la quantità non implica automaticamente la configurazione del reato, imponendo un’accurata valutazione caso per caso da parte del giudice. In questo contesto, emerge la necessità di una ponderata considerazione del “perdurante e grave stato di ansia o paura”, con la giurisprudenza specificando che non è sempre indispensabile una certificazione medica, ma può emergere dal contesto o dalle dichiarazioni della parte offesa senza richiedere un formale accertamento clinico.

Stalking: l’elemento soggettivo

L’analisi dell’elemento soggettivo nello stalking sottolinea l’importanza del dolo generico, che richiede la piena consapevolezza e volontà da parte dello stalker di perpetuare minacce o molestie, causando uno dei tre esiti previsti dalla norma. Affinché qualcuno sia legalmente considerato stalker, è essenziale comprendere la natura molesta o minacciosa delle proprie azioni, portandole a un livello che provochi danni alla vittima.

Per il delitto abituale, è richiesto un dolo unitario, dove l’intenzione criminosa supera gli atti singoli, ma la giurisprudenza ammette che il dolo possa svilupparsi gradualmente senza una rappresentazione anticipata del risultato finale.

Stalking: Comportamenti Tipici dello Stalker

Lo stalking, fenomeno sempre più diffuso, è caratterizzato da una serie di comportamenti intrusivi e molesti posti in essere da chi, definito “stalker”, cerca in modo ripetuto e prolungato nel tempo di instaurare un contatto non desiderato con la vittima. 

Innanzitutto, va sottolineato che gli stalker adottano solitamente due grandi tipologie di azioni: le comunicazioni intrusive e le condotte con cui cercano il confronto diretto con la vittima. Le prime comprendono messaggi, telefonate, e-mail o altri mezzi di comunicazione utilizzati in modo ripetitivo e assillante. Le seconde, invece, coinvolgono azioni fisiche come inseguimenti, incontri non concordati e minacce verbali.

Lo stalking si configura come uno schema di comportamento voluto, consapevole e mirato. Lo stalker è perfettamente consapevole dell’identità della vittima e agisce con l’intento preciso di ottenere determinati effetti su di essa. Questo atteggiamento malevolo si manifesta attraverso comportamenti ripetuti nel tempo, caratterizzati da una persistenza che va oltre il normale disagio interpersonale.

La minaccia di violenza, sia fisica che psicologica, è un aspetto importante dello stalking. Lo stalker realizza una reale e minacciosa riduzione della libertà e della capacità di controllo della vittima nell’ambiente circostante. Questa minaccia non si limita solo alla vittima diretta ma coinvolge anche le persone a lei vicine, come parenti, amici, colleghi di lavoro o addirittura animali domestici. In casi estremi, si possono verificare situazioni di rapimenti, maltrattamenti o mutilazioni.

Gli stalker adottano una gamma diversificata di comportamenti, tra cui comunicazioni intrusive e assillanti come telefonate insistenti, invio di messaggi disturbanti o posta indesiderata. Altre azioni includono il cyber-stalking attraverso sistemi informatici e l’invio ossessivo di doni, come fiori. Per il controllo diretto della vittima, gli stalker possono compiere visite intrusive a domicilio o sul luogo di lavoro, mentre per il controllo indiretto, possono pedinare la vittima, spiandola e sorvegliandola nel suo ambiente quotidiano, compreso l’accesso alla sua abitazione.

Comportamenti associati, come l’invio di doni, l’esposizione di animali morti, atti di vandalismo, violazione di domicilio, minacce di violenza e persino atti di violenza fisica, rivelano l’estrema pericolosità di questo fenomeno.

Stalking: Le Pene Previste dalla Legge

Lo stalking, comportamento reiterato e molesto nei confronti di una vittima, è un reato che la legge affronta con la massima serietà. La pena prevista per gli stalker varia in base a diversi fattori che ne aggravano la commissione. Approfondiamo le disposizioni legislative in merito e le misure cautelari che mirano a proteggere le vittime.

Innanzitutto, la legge sullo stalking stabilisce una pena di reclusione che va da 1 anno a 6 anni e mezzo. Tuttavia, tale pena può aumentare considerevolmente in determinate circostanze. Se il reato è commesso dal coniuge, anche se separato o divorziato, la pena subisce un aumento. Lo stesso vale se l’autore dello stalking è o è stato legato da una relazione affettiva alla vittima. Ulteriore aggravante è l’utilizzo di strumenti informatici o telematici, come WhatsApp, Facebook, Instagram, email, e altri.

La pena può incrementare fino alla metà se il reato è commesso con l’uso di armi o da una persona travisata, cioè che nasconde il viso. Questa circostanza diventa particolarmente seria quando il danno è arrecato a un minore, una donna in stato di gravidanza o una persona portatrice di handicap.

Per proteggere le vittime, la legge prevede anche misure cautelari importanti. Lo stalker può essere legalmente impedito di avvicinarsi alla vittima e ai luoghi che frequenta. Questa restrizione può includere una distanza minima che lo stalker deve mantenere. Un ulteriore strumento di protezione è rappresentato dalla richiesta di ammonimento nei confronti dell’aggressore. La vittima può presentare una richiesta di ammonimento al Questore, chiedendo che lo stalker tenga una condotta conforme alla legge. In caso di violazione di questa disposizione, le forze dell’ordine agiranno immediatamente.

È importante sottolineare che lo stalking è un reato caratterizzato dalla serialità e dalla continuità dei comportamenti molesti. Questi devono essere ripetuti nel tempo e avere caratteristiche tali da produrre effetti duraturi per essere considerati tali. Nel caso di un episodio singolo o di comportamenti senza effetti prolungati nel tempo, si tratterebbe di reati differenti come minaccia, molestia o violenza privata.

Come Tutelarsi se si è Vittima di Stalking

Essere vittima di stalking può essere un’esperienza traumatica, ma esistono misure concrete che le persone possono adottare per proteggersi. La prima e più importante azione è denunciare prontamente ogni comportamento molesto alle autorità competenti. Questa denuncia costituisce il primo passo per avviare le indagini e ottenere protezione legale. È altrettanto fondamentale mantenere una documentazione accurata di ogni episodio di stalking, inclusi messaggi, telefonate, e incontri non desiderati. Fotografie, registrazioni e note possono diventare prove rilevanti nelle fasi successive. Inoltre, cercare supporto psicologico e legale è fondamentale. 

Conclusioni

In sintesi, lo stalking è un fenomeno grave e in crescita che richiede una risposta attenta e coordinata. La normativa italiana ha introdotto misure punitive e precauzionali per contrastare questo comportamento persecutorio. Le vittime devono denunciare prontamente gli episodi e documentare accuratamente gli eventi per garantire un intervento efficace.

L’accesso a supporto psicologico e legale è fondamentale, e gli studi legali specializzati possono offrire assistenza preziosa. Invitiamo chiunque si trovi coinvolto in situazioni di stalking a cercare aiuto da professionisti esperti per una gestione adeguata del processo legale e il necessario sostegno emotivo. La consapevolezza, l’azione tempestiva e il supporto appropriato sono fondamentali per proteggere le vittime e affrontare efficacemente questo fenomeno.

Avv. Adele Antonini